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#Vistipervoi: “Romeo e Giulietta” e la Compagnia Junior Balletto di Toscana. Bellissimo

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Romeo e Giulietta Balletto di Toscanadi E.T.   twitter@iiiiiTiiiii

 

 

 

 

 

Si apre la scena con i corpi di Lui e Lei a terra e le madri che oppongono l’un l’altra la propria cultura fatta di odio, oppressione, razzismo e in ultima analisi, cattiveria, e si affrontano incuranti dei cadaveri dei loro figli. Un’immagine suggestiva in apertura di spettacolo che prosegue poi a ritroso per raccontarci la storia con semplicissime e puntualissime pennellature drammaturgiche.

Lo scontro inizia (divertente ed intelligente la delimitazione del territorio coi cartelli di divieto d’accesso), e come tutti gli scontri è duro, ma più dure sono le tradizioni, i pregiudizi, sottolineati dalle danzatrici in abiti maschili come i loro compagni maschi, completo grigio scuro, camicia bianca e cravatta nera. Lo spettacolo, in quel preciso momento, risulta scenicamente troppo sbilanciato a destra (a sinistra dello spettatore per intenderci). Il gruppo si muove bene. Leggere asincronie. Coreografia che scorre che è un piacere. Le ragazze leggermente più pesanti dei loro compagni. La sfida ha inizio (sono i Montecchi e i Capuleti o qualche altra famiglia, magari mafiosa, o perché no due famiglie di fede diversa): si staglia su tutti Francesco Moro (lo shakespeariano Mercuzio, che qui assume altre forme) leggerissimo, dotato di bellissimo gesto, muscoli d’acciaio; il suo danzare felpato, controllatissimo, le punte che si appoggiano ovattate, senza rumore. Un piacere seguirlo. Poi l’opposizione tra le famiglie che vogliono mettersi in mezzo. Le famiglie vogliono sempre mettersi in mezzo. Quindi basta uno sguardo e Giulietta, insomma Lei, Lucia Zimmardi, è sola e bellissima al centro del palco e danza e danza mentre l’amore le gira attorno, quell’amore che scoppierà dentro di lei all’incontro con Lui, Joseph Caldo, bellissimo corpo danzante, armonioso, che svilupperà in futuro più intensità drammatica: i due ci regalano un magnifico innamoramento che si palesa così come “non sai da quanto ti aspettavo”, poi – la storia shakespeariana la conosciamo e Shakespeare non si allontana mai dalla realtà più reale – c’è la ribellione delle famiglie. Mani che si agitano come velenosi pettegolezzi e dita che lanciano la loro rabbia oltre il cuore, oltre l’amore, ed è Mercuzio – scusate, il miglior amico di Lui – che perirà per mano del Cugino di Lei in difesa di quell’amore che la sua morte non gli permetterà di conoscere. RomeoLui, nella scelta drammaturgica – si sporcherà le mani di sangue a sua volta, per vendicare l’amico e salvare il suo amore per Lei, o Giulietta che dir si voglia. Dopo un intenso monologo della Madre del giovane assassinato che si riappropria del cadavere del figlio, torna l’Amore. Lui e Lei vengono coperti da un lenzuolo bianco, in una scena magnifica, e finalmente lo fanno… Poi decisi a camminare insieme, come faranno mano nella mano, verso il futuro, sorridenti ed allegri, perché l’amore può tutto, verso quel futuro si avviano. Ma una mitragliatrice li uccide entrambi. E con loro muore anche l’amore e lo spettacolo, molto bello, si chiude tra gli applausi.

L’intelligente epilogo è ispirato ad un fatto realmente accaduto a Sarajevo, quando Admina e Basko, lei musulmana e lui serbo, vennero ammazzati da un cecchino mentre tentavano di fuggire dalla città devastata dalla guerra nella ex-Jugoslavia. Bravo ed intelligente il regista e coreografo Davide Bombana.

Romeo e Giulietta, produzione della Compagnia Junior Balletto di Toscana, fondata e diretta da Cristina Bozzolini, ha debuttato nel dicembre del 2015, ed è un lavoro di grande intelligenza drammaturgica; il coreografo ha scelto una narrazione lineare e profonda, e con sapienza ci ha portati – il pubblico tutto – a godere della bella messa in scena. Se proprio dovessimo muovere un appunto lo muoveremmo ai costumi, ma si tratta proprio di un dettaglio. Bravi le danzatrici e i danzatori, leggermente sbilanciati su un lato del palco nei momenti corali: a parte i protagonisti Lucia Zimmardi e Joseph Caldo, citiamo Francesco Moro, Giovanni Quintero e Caterina Politi. Gli altri non ce ne vogliano. E’ stato un piacere.

Lo spettacolo è andato in scena il 5 febbraio al Teatro Comunale di Todi (PG). Lì il vostro cronista, leggermente indispettito per la poca educazione del pubblico, maleducazione che è ormai una costante in troppi teatri, ha assistito alla rappresentazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(5 febbraio 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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