HomeShort TheatreShort Theatre 11, #Vistipervoi giorni 3, 4 e 5: Pinter, narrazioni dall'Europa,...

Short Theatre 11, #Vistipervoi giorni 3, 4 e 5: Pinter, narrazioni dall’Europa, Oscar De Summa

GAIAITALIA.COM TEATRO anche su TELEGRAMIscrivetevi al nostro Canale Telegram

oscar-de-summa-stasera-sono-in-venadi Stefano Cangiano  twitter@stefanocangiano

 
Il fine settimana di Short Theatre, dal Pinter secondo tg STAN alle assenze narranti dall’Europa di Ivana Müller fino alla narrazione-testimonianza di Oscar De Summa.

giorno #3

In Trahisons ovvero Tradimenti, di Harold Pinter, la formazione teatrale belga tg STAN radicalizza il meccanismo di esibizione e banalità della verità alla base della drammaturgia, che si sviluppa su un triangolo amoroso mostrato dalla fine all’inizio.

Tutto è evidenza, tutto si (di)mostra, a cominciare dalla luce a giorno che illumina il palco, con gli oggetti di scena compresenti per tutta la durata dello spettacolo, per arrivare agli attori, artefici e vittime della vicenda di amore, amicizia e tradimento.

Il Pinter di tg STAN è cinico, di un cinismo costruito sull’aurea mediocritas delle relazioni, del tono dei dialoghi, del gioco a ribasso dei sentimenti, della consapevolezza intima che guida le valutazioni di tutte le parti in causa, che si concedono il lusso di un gioco sapendo che tale rimarrà e che come tale avrà una conclusione naturale.

Se c’è qualcosa che tiene vivo questo gioco è la paura, se c’è qualcosa che alimenta la paura è il non detto. Così tutto si tiene, mentre la finzione fà sfoggio di sé attraverso l’impaccio dei personaggi. L’ironia guida l’interpretazione, che ha una sua identità e ha il pregio di rimanere fedele a se stessa per tutto il tempo e conferire armonia a una messa in scena interessante ma non indimenticabile.

giorno #4

Come avvenuto qualche giorno fa con El Conde de Torrefiel, con Edge di Ivana Müller prendiamo parte a un nuovo viaggio a tappe attraverso l’Europa. In questo caso però la cifra del racconto cambia, se prima erano le parole dei pensatori contemporanei, qui è la voce di chi vive le vicende a guidarci. La voce di una presenza sempre invisibile, di città in città, di spazio in spazio e attraverso le epoche. La testimonianza di qualcuno che c’è e sa ma non si manifesta.

Parte tutto da un sogno, un inizio davvero ben calibrato, dove la consistenza onirica degli eventi introduce subito nella storia, ma nel volgere del primo cambio scena si incontrano subito i protagonisti delle diverse ere e vicende raccontate e la forza visiva si dissolve. Gli attori non sono che personaggi di una pantomima che sembra avere una funzione supplementare rispetto alla voce narrante, di volta in volta diversa, e che sempre costringe lo spettatore a uno sforzo ulteriore di immaginazione e interpretazione.

La performance esaurisce le proprie possibilità nel reiterarsi di questo espediente narrativo e registico, che finisce per essere ridondante. Nella diffrazione tra parola narrata e rappresentata nello spazio scenico si fà largo una riflessione sull’arte come atto necessario e necessariamente crudele, scelta violenta che travalica lo spazio e si offre in pasto al tempo.

giorno #5

La tentazione iniziale è quella di liquidare Stasera sono in vena di Oscar De Summa come un monologo brillante, infarcito di sonorità rock e rimandi sapienti alla cultura popolare contemporanea fatta di tipi e stereotipi.

Ben presto però ci si rende conto di essere di fronte a qualcosa di più e di diverso. Il registro comico che Oscar De Summa utilizza efficacemente e con piena consapevolezza è solo uno strumento per equilibrare un racconto intessuto di autobiografismo e verità. Una testimonianza da un tempo non molto lontano, la seconda metà degli anni ’80, che ci parla di droga e di sacra corona unita, di un piccolo centro pugliese, Erchie, e di un ragazzo che conosce l’eroina e ne sperimenta gli effetti.

Stasera sono in vena è privo di retorica, racconta fatti e persone, modella le vicende ed emoziona, senza offuscamenti, senza passi falsi, come se fosse un atto dovuto.

De Summa impiega tutta la sua energia per fare del proprio vissuto un racconto, lo fa attraverso la musica che ascoltava, i ricordi, le abitudini, i bisogni irrisolti, le domande rimaste senza risposta e le scelte sbagliate di chi ha provato a orientarsi nel mondo e, non riuscendosi, si è perso.

Così Stasera sono in vena ci porta nello stesso territorio di Non essere cattivo, tra i ragazzi che si sono confrontati con “madre solitudine” e hanno reagito come potevano, tra spaesamento, dolore e una presa di coscienza violenta della realtà. Una realtà che Oscar De Summa rende tangibile attraverso il suo teatro di verità e sentimento.

 

POTREBBERO INTERESSARTI
Pubblicità

I PIU' LETTI